Liposcultura

a cura del Dott. Massimo Pennino

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È sempre più frequente la richiesta da parte dei pazienti che si rivolge al Chirurgo Plastico di ottenere un’armonia nelle forme ed una proporzione nei vari distretti corporei che spesso nemmeno con diete ferree ed un’attività fisica spinta al massimo si riescono ad ottenere.
Infatti, le adiposità localizzate con differenze nei due sessi ed anche per motivi talvolta genetici, hanno bisogno di un approccio chirurgico.
Nelle donne fianchi, le culotte de cheval, la regione addominale, l’interno cosce, le ginocchia e, negli uomini soprattutto giro vita ed addome sono le aree con maggior richiesta da trattare.
La liposuzione o meglio la liposcultura è l’intervento chirurgico che mediante l’aspirazione del grasso in eccesso consente il rimodellamento di sedi anatomiche dove il grasso si accumula.
Il primo chirurgo ad ipotizzare l’asportazione del grasso con tecniche chiuse fu Scrudde ma l’inventore di tale tecnica fu Fischer.
Il primo ad utilizzare questa tecnica in campo estetico fu nel 1977 Illouz, poi perfezionata da Fournier.
Da allora ad oggi si sono utilizzate tecniche sempre più sofisticate e non tutte scevre di effetti collaterali.
Dall’utilizzo di cannule inizialmente di grosso diametro e traumatiche alle più sofisticate tecniche ad ultrasuoni che hanno la capacità di danneggiare selettivamente la membrana cellulare degli adipocitie a quelle con laser che determina il collasso delle cellule adipose.
La tecnica che secondo il sottoscritto che coniuga la sicurezza con i risultati migliori è quella con il Lipomatic.
Questa consiste nell’utilizzare un manipolo ad area compressa che con movimenti oscillatori e di va e vieni delle cannule provocano la rottura dei loboli di grasso frantumandoli.
Da allora ad oggi è cambiato anche il concetto di liposuzione.
Infatti oggi c’è la tendenza a definire in maniera più corretta tale intervento come ” liposcultura, da alcuni impropriamente “liposcultura 3D”.
La liposcultura è un’evoluzione della vecchia liposuzione che a prescindere dalla metodica utilizzata consiste nel modellare le aree da trattare in “multiplane”, cioè mediante l’aspirazione del grasso profondo al di sopra della fascia muscolare, nel piano medio ed in quello superficiale, cioè appena al di sotto del derma per rimuovere l’inestetico quadro di “pelle a buccia d’arancia’, provocando una retrazione cutanea ed un senso di tensione della stessa.
La tunnellizzazione ad incrocio nei vari piani è condizione necessaria ed indispensabile per avere un eccellente risultato.
Oggi vengono utilizzate , a differenza di quanto avveniva in passato, cannule con diametri estremamente piccoli „ dai 3 ai 5 mm. e con forge molto diverse a seconda dei piani chirurgici da trattare, tali da rendere le cicatrici cutanee del tutto invisibili.
Il concetto di tale intervento si è evoluto nel tempo anche perché contestualmente allo stesso. sempre più frequentemente, per meglio armonizzare i vari distretti corporei, si tende a riutilizzare il grasso prelevato innestandolo dove e se è necessario in altre sedi (nei glutei, nelle depressioni del viso, nelle mammelle ) per aumentarne il volume e per plasmarne le forme.
Tale tecnica detta “lipofiIling”, è praticata solo dopo aver trattato sapientemente il grasso prelevato in maniera meno traumatica possibile.
Come in tutti gli interventi di Chirurgia Plastica, il/la paziente deve essere sottoposta ai comuni esami lire-operatori e ad un’accurata visita anestesiologica.
L’intervento chirurgico, nella maggior parte dei casi si effettua in anestesia locale con ” tumescenza fredda ” e se necessario con sedazione in strutture sanitarie adeguate ed in sala operatoria.
Il ricovero è in regime di day hospital, la mobilizzazione è precoce.
La paziente appena dopo l’intervento dovrà indossare per almeno un mese una guaina compressiva, che oltre alla funzione di emostasi istantanea, ha quella di modellare le aree trattate.
La liposcultura è da molti considerato un intervento minore della Chirurgia Plastica è quello che maggiormente può serbare insidie al giovane chirurgo, che ha bisogno di una particolare sensibilità che è data sia all’esperienza che alle doti dello stesso.